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- 35,6 miliardi di euro: il volume dei prestiti garantiti da SACE (Giugno 2021).
- In Sicilia, il tasso di rigetto delle richieste di credito è del 22,8%.
- Contrazione del 7,4% del credito alle imprese in Veneto.
Un Futuro a Due Velocità?
Garanzia Italia e Futuro: Un’analisi del sistema SACE post-pandemia
Nel contesto economico italiano, segnato dalle conseguenze della pandemia, il ruolo di SACE (Società Assicurativa del Commercio Estero) emerge con particolare rilevanza. SACE, in quanto istituzione finanziaria statale, si propone di facilitare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese (PMI), considerate il motore trainante dell’economia nazionale. Tuttavia, un’analisi approfondita del sistema rivela un quadro complesso, caratterizzato da diverse sfaccettature, in cui il rapporto tra SACE e le banche convenzionate assume un ruolo determinante.
Le iniziative promosse da SACE, tra cui “Garanzia Futuro” e “Garanzia Italia”, mirano a sostenere la crescita delle imprese italiane sia sul territorio nazionale che sui mercati esteri. I finanziamenti garantiti da SACE possono essere impiegati per investimenti in infrastrutture, per lo sviluppo di filiere strategiche, per l’innovazione tecnologica e digitale, nonché per progetti localizzati in aree economicamente svantaggiate. L’adesione di istituti bancari come Banco BPM a tali iniziative, attraverso l’offerta di finanziamenti a medio-lungo termine fino a 50 milioni di euro con garanzia SACE al 70%, testimonia l’importanza di questo meccanismo di supporto.
Nel contesto dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, “Garanzia Italia” ha svolto un ruolo di cruciale importanza. Secondo dati forniti dalla Task Force Liquidità, i volumi complessivi dei prestiti garantiti da SACE nell’ambito di “Garanzia Italia” hanno raggiunto i 35,6 miliardi di euro (dati aggiornati a giugno 2021). Di questi, circa 10,3 miliardi di euro si riferiscono a operazioni garantite tramite la procedura ordinaria, mentre 25,3 miliardi di euro sono stati garantiti con procedura semplificata. SACE ha gestito ed emesso 5.503 richieste di garanzia ricevute dagli istituti di credito entro un termine di 48 ore.
Le imprese che hanno beneficiato di “Garanzia Italia” provengono da diversi settori e aree geografiche, spaziando dalla componentistica auto all’agroalimentare, dall’abbigliamento all’edilizia, fino al settore turistico-alberghiero. Esempi concreti includono finanziamenti a ReiThera per la produzione di vaccini anti-Covid-19, a ISA per il pagamento dei fornitori e a Replay per sostenere i piani di crescita aziendale. Più recentemente, Cherry Bank, con la garanzia di SACE, ha sostenuto l’internazionalizzazione di S. I. A., mentre Intesa Sanpaolo ha supportato la crescita delle PMI negli Emirati Arabi Uniti.
Tuttavia, emerge un interrogativo fondamentale: l’accesso a questi finanziamenti è distribuito in modo equo e omogeneo tra le diverse imprese? L’analisi approfondita del sistema di garanzie statali evidenzia la necessità di una riflessione critica sulla sua efficacia e sul suo impatto sul tessuto economico italiano.

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Disparità territoriali e settoriali nell’accesso al credito
Le difficoltà di accesso al credito per le PMI non si distribuiscono uniformemente sul territorio nazionale. Un’analisi condotta da Confimprese Italia mette in luce come, in Sicilia, solo il 27% delle microimprese abbia ottenuto un finanziamento nell’ultimo anno, con un tasso di rigetto delle richieste di credito pari al 22,8%, a fronte di una media nazionale del 13,5%. Questo dato posiziona la Sicilia tra le regioni più penalizzate del Paese.
Al contrario, regioni come la Lombardia e l’Emilia-Romagna presentano tassi di rigetto sensibilmente inferiori, indicando un accesso al credito più agevole per le imprese locali. Tale disparità territoriale solleva interrogativi sulla capacità del sistema di garanzie di promuovere uno sviluppo economico equo e inclusivo su tutto il territorio nazionale.
Anche a livello settoriale si riscontrano significative differenze. In Veneto, ad esempio, il credito alle imprese ha subito una contrazione del 7,4%, con un calo ancora più marcato per l’artigianato (-12%). A livello nazionale, i settori maggiormente colpiti sono il manifatturiero e i servizi, mentre attività professionali, scientifiche e tecniche e i servizi di noleggio mostrano segnali di crescita. L’andamento settoriale differenziato suggerisce che alcuni settori, per loro natura o per le prospettive di crescita che offrono, incontrano maggiori difficoltà nell’ottenere finanziamenti rispetto ad altri.
Questi dati evidenziano come il sistema di garanzie SACE, pur rappresentando un importante strumento di supporto, potrebbe non essere sufficiente a superare le disparità territoriali e settoriali nell’accesso al credito. La persistenza di tali disparità solleva interrogativi sulla necessità di interventi mirati e di politiche di sostegno specifiche per le imprese localizzate nelle aree più svantaggiate o operanti nei settori in maggiore difficoltà.
Il ruolo delle banche e dei Confidi nel processo di erogazione del credito garantito assume, in questo contesto, un’importanza cruciale.
Il ruolo degli intermediari finanziari e la vigilanza sulle frodi
Le banche convenzionate con SACE si limitano a erogare i finanziamenti garantiti, fungendo da meri intermediari, oppure svolgono un ruolo più attivo nella selezione dei progetti e nella valutazione del rischio? La risposta a questa domanda è essenziale per comprendere l’efficacia complessiva del sistema.
Nel caso in cui le banche si limitassero a erogare i finanziamenti senza effettuare un’adeguata due diligence, sussisterebbe il rischio di finanziare progetti inefficienti o non sostenibili, con conseguenze negative per l’intera economia. D’altra parte, un controllo eccessivo da parte delle banche potrebbe favorire i clienti più grandi e strutturati, escludendo le PMI più innovative ma potenzialmente più rischiose.
È, inoltre, indispensabile esercitare una rigorosa vigilanza per prevenire e contrastare le frodi nell’accesso agli aiuti, come evidenziato da recenti inchieste. La corretta gestione dei fondi pubblici e la trasparenza delle procedure di erogazione del credito sono elementi imprescindibili per garantire l’efficacia e la credibilità del sistema di garanzie.
In questo contesto, i Confidi (consorzi di garanzia collettiva) possono svolgere un ruolo significativo nel facilitare l’accesso al credito per le PMI, offrendo garanzie supplementari e supportando le imprese nella preparazione delle domande di finanziamento. Tuttavia, come sottolineato da Confartigianato Verona, è fondamentale riportare al centro il ruolo dei Confidi, che, nonostante le difficoltà, continuano a svolgere un servizio di accompagnamento e supporto alle imprese su credito e consulenze finanziarie. Il rafforzamento del ruolo dei Confidi potrebbe contribuire a ridurre le asimmetrie informative tra banche e PMI, facilitando l’accesso al credito per le imprese più piccole e innovative.
L’impatto delle nuove normative europee sul sistema delle garanzie pubbliche rappresenta un ulteriore elemento da considerare attentamente.
Sfide future e l’adeguamento del modello SACE
Le nuove normative europee potrebbero limitare la flessibilità di SACE e delle banche convenzionate, rendendo più difficile l’accesso al credito per le PMI. È, quindi, fondamentale monitorare attentamente l’evoluzione del quadro normativo europeo e valutare il suo impatto sul sistema italiano delle garanzie.
È, inoltre, necessario valutare se il modello SACE sia ancora adeguato alle sfide del futuro. La transizione ecologica, la digitalizzazione e la crescente competizione globale richiedono nuove strategie e nuovi strumenti di supporto alle imprese. L’adeguamento del modello SACE alle nuove sfide potrebbe implicare la creazione di nuovi prodotti finanziari, l’adozione di criteri di valutazione del rischio più sofisticati e la promozione di una maggiore collaborazione tra SACE, banche, Confidi e altri attori del sistema finanziario.
Le dinamiche attuali del mercato del credito, caratterizzate da una contrazione dei finanziamenti alle PMI e da un aumento dei tassi di interesse, impongono una riflessione approfondita sul ruolo del sistema di garanzie pubbliche nel sostenere la crescita delle imprese italiane. Secondo il rapporto sulla stabilità finanziaria 1/2025 della Banca d’Italia, nel secondo semestre del 2024 i prestiti alle imprese hanno continuato a diminuire, con una contrazione dei nuovi prestiti a breve termine del 2,7% e di quelli a medio-lungo termine del 3,5% rispetto all’anno precedente. A febbraio 2025, il tasso medio sui nuovi prestiti alle imprese si è attestato al 5,34%, con un calo rispetto al 2024 che, tuttavia, non ha determinato una ripresa della domanda di credito.
Di fronte a queste sfide, è necessario agire con tempestività e determinazione per garantire che il sistema delle garanzie SACE continui a svolgere un ruolo efficace nel sostenere la crescita delle PMI italiane e nel promuovere uno sviluppo economico equo e sostenibile.
Oltre la garanzia: riflessioni sul futuro del credito alle pmi
Il sistema delle garanzie SACE rappresenta un pilastro importante per sostenere la crescita delle PMI italiane, ma la sua efficacia dipende da una serie di fattori interconnessi. Monitorare attentamente i dati sui finanziamenti erogati, valutare l’impatto delle normative europee, rafforzare il ruolo dei Confidi e promuovere una maggiore collaborazione tra tutti gli attori del sistema finanziario sono elementi essenziali per garantire un futuro a una sola velocità per tutte le imprese italiane.
Al di là delle dinamiche specifiche del sistema di garanzie, è fondamentale promuovere una riflessione più ampia sulle strategie bancarie innovative, sui pagamenti digitali e sui movimenti di staff a livello C-level che possono influenzare l’accesso al credito per le PMI.
Parlando in modo più semplice, una strategia bancaria di base da considerare è la specializzazione: le banche che si concentrano su settori specifici o su tipologie particolari di PMI possono sviluppare una maggiore competenza nella valutazione del rischio e nell’offerta di soluzioni finanziarie su misura. Parallelamente, i pagamenti digitali possono semplificare i processi di transazione e ridurre i costi operativi, rendendo più efficiente l’erogazione del credito. Infine, l’arrivo di nuovi manager con competenze specifiche nel settore delle PMI può portare una ventata di innovazione e favorire l’adozione di strategie più efficaci.
A un livello più avanzato, si potrebbe riflettere sull’importanza dell’intelligenza artificiale nell’analisi dei dati e nella valutazione del merito creditizio delle PMI. L’AI può consentire alle banche di identificare pattern e correlazioni che sfuggono all’analisi umana, migliorando la precisione delle valutazioni del rischio e riducendo i costi operativi. Inoltre, le piattaforme di crowdfunding e di peer-to-peer lending possono rappresentare una fonte alternativa di finanziamento per le PMI, diversificando le fonti di capitale e riducendo la dipendenza dal sistema bancario tradizionale. Infine, la creazione di un ecosistema di supporto alle PMI che coinvolga banche, Confidi, incubatori, acceleratori e altri attori del sistema finanziario può favorire la nascita e la crescita di nuove imprese innovative.
In definitiva, il futuro del credito alle PMI dipende dalla capacità di adottare una visione olistica e di integrare le diverse strategie e gli strumenti a disposizione per creare un sistema finanziario più efficiente, inclusivo e orientato alla crescita.