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Euro digitale: l’app che cambierà i tuoi pagamenti entro il 2029

Scopri come Fabrick, Almaviva e Nexi stanno plasmando il futuro dei pagamenti digitali in Europa e cosa significa per la tua privacy e il sistema finanziario.
  • L'accordo quadro per l'app vale fino a 153 milioni di euro.
  • 271 milioni di euro per i pagamenti offline di Nexi.
  • L'entrata in circolazione è prevista entro il 2029.
  • Nexi ha ricevuto 220 milioni di euro dalla BEI.
  • Banca Akros ha confermato il rating a 8 euro sul titolo.

Al centro di questa rivoluzione si pone lo sviluppo di un’applicazione mobile intuitiva e sicura, che consentirà ai cittadini europei di utilizzare l’euro digitale in modo semplice e immediato. La competizione per la realizzazione di questa app si è rivelata particolarmente intensa, con tre aziende italiane – *Fabrick, Almaviva e Nexi – che si sono distinte per le loro competenze e le loro proposte innovative. La BCE ha incaricato Almaviva e Fabrick dello sviluppo dell’app mobile e dell’infrastruttura tecnologica, con un accordo quadro che potrebbe valere fino a 153 milioni di euro. Nexi, in partnership con Giesecke+Devrient, si occuperà invece dei pagamenti offline. Il valore di tale commessa è stimato in 271 milioni di euro, fino a un massimo di 662 milioni. L’euro digitale, la cui entrata in circolazione è prevista entro il 2029, si affiancherà al contante. L’iter legislativo si prevede possa concludersi per la metà del 2026, aprendo la strada allo sviluppo tecnico nello stesso anno, a test sul campo nel 2028 e al lancio definitivo nel 2029. In questo contesto in fermento, emergono interrogativi cruciali sul futuro dei pagamenti, sul ruolo delle banche tradizionali e delle fintech, e soprattutto sul controllo dei dati e delle transazioni. Le strategie, le tecnologie e le partnership di Fabrick, Almaviva e Nexi delineano scenari diversi, in cui la sicurezza, la privacy e l’interoperabilità assumono un’importanza fondamentale.

Fabrick e almaviva: strategie e tecnologie per un’esperienza utente uniforme

L’unione di Fabrick e Almaviva rappresenta una sinergia di competenze unica nel panorama italiano. Fabrick, società del Gruppo Sella specializzata nell’open finance, porta in dote la sua esperienza nell’integrazione di servizi finanziari e nella creazione di ecosistemi innovativi. Almaviva, leader nel settore dell’Information & Communications Technology, mette a disposizione le sue competenze nello sviluppo di soluzioni software complesse e nella gestione di infrastrutture tecnologiche critiche. Insieme, le due aziende si sono aggiudicate un contratto quadriennale, rinnovabile fino a un massimo di dieci anni, per lo sviluppo dell’app mobile dell’euro digitale. L’obiettivo principale è quello di creare un’esperienza utente uniforme e intuitiva, accessibile a tutti i cittadini europei, indipendentemente dal loro livello di familiarità con le tecnologie digitali. L’app sarà disponibile per smartphone, tablet e smartwatch, e consentirà di effettuare pagamenti in negozi fisici, online e tra privati. Ma l’ambizione di Fabrick e Almaviva va oltre la semplice realizzazione di un’app. Le due aziende mirano a creare un’infrastruttura tecnologica aperta e interoperabile, in grado di integrarsi con i sistemi di pagamento esistenti e di favorire l’innovazione nel settore. A tal fine, svilupperanno un kit di sviluppo software (SDK) e delle API (Application Programming Interfaces) dedicate, che consentiranno ai Payment Service Provider (PSP) europei di integrare i propri servizi con la piattaforma dell’euro digitale. L’architettura prevede due anni di sviluppo e rilascio graduale dei vari casi d’uso e altri due anni per completare lo sviluppo e garantire una fase di esercizio stabile. La BCE promuove un’impostazione che garantisca ai fornitori di servizi di pagamento (PSP) un accesso equo agli utenti finali e la possibilità di distribuire l’euro digitale senza dover creare una propria applicazione mobile. La finalità è quella di ridurre le barriere d’ingresso per i PSP emergenti o di dimensioni più contenute, privi delle risorse necessarie per sviluppare un’integrazione autonoma, ottimizzando le economie di scala.

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  • 🤔 Sono scettico, temo per la nostra privacy con questo... ...
  • 🤯 L'euro digitale programmabile? Uno scenario distopico... ...

Il ruolo di nexi nei pagamenti offline e la sfida dell’interoperabilità

Nexi, leader nel mercato italiano dei pagamenti digitali, si è aggiudicata un ruolo chiave nello sviluppo dell’euro digitale, grazie alla sua partnership con la tedesca Giesecke+Devrient e Capgemini. L’azienda si occuperà della realizzazione della soluzione per i pagamenti offline, una caratteristica fondamentale per garantire l’accessibilità all’euro digitale anche in assenza di connessione internet. Questo aspetto è particolarmente importante per includere tutti i cittadini, anche quelli che vivono in aree remote o che hanno una minore familiarità con le tecnologie digitali. La soluzione sviluppata da Nexi consentirà agli utenti di effettuare pagamenti tramite carte contactless, dispositivi wearable o altre soluzioni innovative, senza la necessità di essere connessi alla rete. Il digital banking solutions director di Nexi, Renato Martini, ha espresso l’orgoglio dell’azienda nel contribuire allo sviluppo di una parte così importante dell’infrastruttura per l’euro digitale. Oltre ai pagamenti offline, Nexi sarà impegnata nella sfida dell’interoperabilità, ovvero nella garanzia che l’euro digitale possa essere utilizzato senza problemi su diverse piattaforme e dispositivi. Questo aspetto è cruciale per favorire la diffusione dell’euro digitale e per evitare la creazione di silos tecnologici che limiterebbero la sua usabilità. La partnership con Giesecke+Devrient, leader nel settore della sicurezza dei pagamenti, e con Capgemini, società di consulenza e servizi IT, consentirà a Nexi di affrontare questa sfida con competenza e professionalità. Nel settembre 2024, Nexi ha ricevuto 220 milioni di euro dalla BEI (Banca Europea per gli Investimenti) per sostenere l’innovazione dei pagamenti digitali in Europa. Gli esperti di mercato stimano che, sebbene l’eventuale ricavo derivante da questo specifico progetto possa avere un impatto finanziario limitato su Nexi, la partecipazione della società a un’iniziativa così innovativa come l’euro digitale è vista positivamente, confermando il suo know-how tecnologico e la sua resilienza a medio-lungo termine. Banca Akros ha confermato il rating “buy” con un prezzo obiettivo di 8 euro sul titolo, mentre Equita ha ribadito “buy” con un target price di 8,50 euro.

Il controllo dei dati e le implicazioni per la privacy

Uno dei temi più delicati e controversi legati all’euro digitale è quello del controllo dei dati e delle transazioni. Chi avrà accesso alle informazioni sui pagamenti effettuati con la nuova valuta? Sarà la BCE, le banche, le fintech o un’entità terza indipendente? La risposta a questa domanda avrà un impatto significativo sulla privacy degli utenti e sulla concorrenza nel settore dei pagamenti. Da un lato, un controllo centralizzato dei dati potrebbe facilitare il monitoraggio delle transazioni e la prevenzione di attività illecite, come il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Dall’altro, potrebbe sollevare preoccupazioni legittime in termini di privacy e di potenziale utilizzo improprio delle informazioni. Un modello decentralizzato, in cui i dati sono distribuiti tra diversi attori, potrebbe garantire una maggiore protezione della privacy, ma potrebbe anche rendere più difficile il contrasto alla criminalità finanziaria. La BCE si è impegnata a garantire la massima trasparenza e a proteggere la privacy degli utenti dell’euro digitale, ma le modalità concrete con cui questo impegno sarà tradotto in pratica sono ancora oggetto di discussione. Sarà fondamentale trovare un equilibrio tra la necessità di prevenire attività illecite e il diritto alla privacy dei cittadini europei. Piero Cipollone, membro del Comitato Esecutivo della BCE, ha illustrato come la legislazione europea potrebbe essere finalizzata entro la fine del 2026, rendendo l’euro digitale una realtà entro la metà del 2029*. La distribuzione ai cittadini è prevista attraverso due vie principali: un’app dedicata e l’integrazione in applicazioni bancarie preesistenti. L’accordo aggiudicato ad Almaviva e Fabrick include la creazione dell’applicazione per l’euro digitale e un kit di sviluppo software (SDK) per l’integrazione nelle app delle banche. L’obiettivo dell’applicazione è fornire un’interfaccia standardizzata e intuitiva, con un’estetica coerente, assicurando che tutti i fornitori di servizi di pagamento (PSP) abbiano un accesso equivalente agli utenti finali.

Verso un futuro finanziario più inclusivo e innovativo

L’avvento dell’euro digitale rappresenta un’opportunità unica per modernizzare il sistema dei pagamenti europeo, promuovere l’innovazione e rafforzare l’autonomia strategica dell’area euro. La competizione tra Fabrick, Almaviva e Nexi testimonia la vitalità del settore dei pagamenti digitali in Italia e in Europa, e la loro capacità di sviluppare soluzioni innovative e competitive. Il successo dell’euro digitale dipenderà dalla capacità di creare una valuta sicura, efficiente, accessibile e rispettosa della privacy degli utenti. La BCE dovrà svolgere un ruolo di guida in questo processo, garantendo la trasparenza, la concorrenza e l’interoperabilità. Solo così l’euro digitale potrà contribuire a costruire un futuro finanziario più inclusivo e innovativo per tutti gli europei.

E quindi, amici lettori, cosa ne pensate di questa rivoluzione digitale in arrivo? È un tema che ci riguarda tutti da vicino, perché cambierà il modo in cui gestiamo i nostri soldi e interagiamo con il sistema finanziario. Una nozione base da tenere a mente è che l’euro digitale non è una criptovaluta, ma una valuta digitale emessa dalla banca centrale, proprio come le banconote e le monete che abbiamo nel portafoglio. Una nozione più avanzata è che l’euro digitale potrebbe aprire la strada a nuove forme di programmazione del denaro, consentendo di vincolare i pagamenti a determinate condizioni o di automatizzare i trasferimenti.

Questo solleva interrogativi importanti sul futuro del lavoro, sulla privacy e sul ruolo delle banche tradizionali. Sarà interessante vedere come si evolverà la situazione nei prossimi anni e come le aziende e le istituzioni si adatteranno a questo nuovo scenario. E voi, siete pronti per l’euro digitale?


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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