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- Finanziamenti imprese cresciuti del 13% nel primo semestre 2025.
- Spread Taeg tra Calabria e Friuli: 159 punti base.
- Piemonte: prestiti a piccole aziende calati del 4,2%.
- Clima fiducia imprese piemontesi sotto la soglia di 100.
L’attuale panorama finanziario italiano è caratterizzato da un processo di trasformazione che suscita non poche preoccupazioni. L’accentramento delle strategie bancarie, evidenziato dall’espressione “risiko della finanza”, solleva interrogativi sull’impatto che tale fenomeno può avere sulle economie locali e sulla fiducia dei clienti.
Il “risiko della finanza” si manifesta attraverso operazioni di fusione, acquisizione e riorganizzazione interna, che portano a una progressiva concentrazione del potere decisionale nelle mani di un numero ristretto di istituti bancari. Questi gruppi, spesso orientati a logiche di profitto a breve termine e a una visione globale del mercato, tendono ad uniformare l’offerta di servizi finanziari, trascurando le specificità e le esigenze delle singole realtà regionali. Tale tendenza potrebbe compromettere il tessuto economico e sociale delle comunità, rendendo più arduo l’accesso al credito per le piccole e medie imprese (pmi), colonna vertebrale dell’economia italiana.
Le pmi, infatti, necessitano di un supporto finanziario personalizzato e di una relazione di fiducia con la banca, elementi che rischiano di essere compromessi dalla standardizzazione dei servizi e dalla riduzione del numero di filiali. La centralizzazione delle decisioni può, inoltre, comportare una diminuzione degli investimenti in infrastrutture e progetti di sviluppo locale, a differenza delle banche territoriali, tradizionalmente impegnate a sostenere la crescita delle proprie comunità di riferimento.

Dati economici regionali e spread territoriale
L’analisi dei dati economici regionali del 2025 offre una prospettiva articolata sulla situazione creditizia italiana. A livello nazionale, si registra una crescita dei finanziamenti alle imprese, con un incremento del 13% degli importi erogati nel primo semestre rispetto all’anno precedente, favorito dalla diminuzione dei tassi di interesse. Tuttavia, questa crescita non si distribuisce in modo uniforme sul territorio nazionale, generando disparità nell’accesso al credito. Il rapporto Censis, infatti, evidenzia uno “spread territoriale” significativo, con condizioni meno vantaggiose per le imprese situate nel Mezzogiorno. Ad esempio, nel secondo trimestre del 2025, lo spread del Taeg tra le imprese calabresi e quelle friulane raggiunge i 159 punti base. Tale divario testimonia la persistenza di squilibri territoriali nell’erogazione del credito, penalizzando le aree geografiche meno sviluppate.
La contrazione dei prestiti, inoltre, colpisce in modo particolare le microaziende considerate a rischio elevato e le medie imprese a basso rischio, accentuando le difficoltà finanziarie delle realtà imprenditoriali più fragili. Il settore agricolo, invece, beneficia di una crescita superiore alla media, grazie a un quadro normativo favorevole e a incentivi per l’ammodernamento. Il settore alimentare, delle bevande e del tabacco mostra anch’esso una crescita significativa, trainata dalla domanda estera, in particolare dal mercato statunitense, prima dell’entrata in vigore dei dazi. Al contrario, il settore tessile-abbigliamento continua a soffrire di una crisi strutturale, mentre il settore delle costruzioni risente del venir meno degli incentivi legati al Superbonus.
Le imprese innovative, caratterizzate da un elevato livello di digitalizzazione e internazionalizzazione, si distinguono per una minore rischiosità e per una maggiore puntualità nei pagamenti, confermando il ruolo cruciale dell’innovazione per la competitività e la resilienza delle imprese.
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La situazione in Piemonte: un caso studio
La situazione in Piemonte, regione in cui opera Banca di Asti, offre un esempio concreto delle dinamiche complesse che caratterizzano il sistema creditizio italiano. Nei primi sei mesi del 2025, i risparmi dei piemontesi sono aumentati, trainati dall’incremento del valore dei titoli depositati nelle banche. I prestiti bancari concessi alle imprese, tuttavia, mostrano andamenti differenziati: mentre le imprese medio-grandi registrano una crescita del 3,4%, le piccole aziende subiscono una contrazione del 4,2%. Tale disparità nell’accesso al credito evidenzia le difficoltà che le pmi piemontesi incontrano nel reperire risorse finanziarie per sostenere la propria attività e i propri investimenti.
Inoltre, l’erogazione del credito non è uniforme sul territorio regionale: le province di Torino e Novara registrano un aumento delle erogazioni, mentre Vercelli, Alessandria e Asti, quest’ultima sede di Banca di Asti, sperimentano una diminuzione. Questo dato sottolinea come anche all’interno di una stessa regione possano sussistere forti squilibri territoriali, con aree più dinamiche e aree più in difficoltà.
Il settore manifatturiero piemontese, in particolare il comparto automotive, risente della crisi internazionale e dei dazi imposti dagli Stati Uniti, con un calo delle esportazioni e un aumento della cassa integrazione. Il settore delle costruzioni, al contrario, beneficia degli investimenti pubblici finanziati attraverso il Pnrr. Il clima di fiducia delle imprese piemontesi, pur in miglioramento rispetto all’anno precedente, rimane al di sotto della soglia di 100, indicando la persistenza di timori e incertezze per il futuro. Per mitigare gli effetti negativi dei dazi statunitensi, le imprese piemontesi stanno adottando diverse strategie, tra cui la riduzione dei margini di profitto e l’aumento dei prezzi di vendita. Tuttavia, solo una minoranza di aziende sta valutando di delocalizzare parte della produzione negli Stati Uniti o in Paesi non soggetti a dazi, mentre un numero maggiore sta investendo in tecnologie 4.0/5.0 per perfezionare la fabbricazione in Italia.
Ricostruire la fiducia e promuovere l’innovazione finanziaria
Di fronte alle sfide poste dal “risiko della finanza” e dalla centralizzazione delle strategie bancarie, è fondamentale ripensare il ruolo delle banche territoriali e promuovere nuove strategie per ricostruire la fiducia dei clienti. Le banche territoriali, grazie alla loro conoscenza del contesto locale e alla loro capacità di costruire relazioni di fiducia con i clienti, possono svolgere un ruolo cruciale nel sostenere la crescita delle pmi, nel finanziare progetti di sviluppo locale e nel promuovere l’inclusione finanziaria. È necessario, pertanto, rafforzare il ruolo di questi istituti, valorizzandone la specificità e la capacità di rispondere alle esigenze delle comunità di riferimento.
Parallelamente, è importante incentivare l’innovazione nel settore finanziario, promuovendo lo sviluppo di nuove tecnologie e di nuovi modelli di business che consentano di offrire servizi finanziari più personalizzati e accessibili. Il crowdfunding, il lending peer-to-peer e le piattaforme di investimento online rappresentano alcune delle possibili alternative al sistema bancario tradizionale, che possono contribuire a democratizzare l’accesso al credito e a favorire lo sviluppo di nuove imprese. La digitalizzazione dei servizi finanziari, inoltre, può contribuire a ridurre i costi e a migliorare l’efficienza, rendendo più accessibili i servizi bancari anche per le fasce di popolazione più vulnerabili.
La trasparenza e la correttezza nei rapporti con i clienti, infine, sono elementi essenziali per ricostruire la fiducia nel sistema finanziario. Le banche devono impegnarsi a fornire informazioni chiare e complete sui prodotti e servizi offerti, evitando pratiche commerciali aggressive e promuovendo un’educazione finanziaria che consenta ai clienti di prendere decisioni consapevoli. Solo attraverso un impegno congiunto di istituzioni, banche e imprese sarà possibile superare le sfide attuali e costruire un sistema finanziario più equo, efficiente e sostenibile.
Oltre il rischio: prospettive e strategie per il futuro finanziario locale
Le dinamiche che stiamo osservando nel panorama finanziario, con la progressiva centralizzazione e standardizzazione dei servizi, sollevano una questione cruciale: come possiamo preservare e valorizzare il ruolo delle banche locali, pilastri delle nostre comunità, in un contesto globale sempre più competitivo? L’allarme lanciato da Demartini (Banca di Asti) riguardo al “risiko della finanza” non è solo una denuncia, ma anche un invito a riflettere su nuove strategie per garantire un futuro finanziario più radicato nei territori e più vicino alle esigenze delle persone.
Ma cosa possiamo fare concretamente? Innanzitutto, è fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza del ruolo delle banche locali e del loro impatto positivo sull’economia reale. Queste istituzioni, a differenza dei grandi gruppi finanziari, reinvestono i profitti nel territorio, sostengono le imprese locali e contribuiscono alla creazione di posti di lavoro. Scegliere una banca locale significa quindi sostenere la propria comunità e contribuire a creare un circolo virtuoso di crescita e sviluppo.
In secondo luogo, è necessario incentivare l’innovazione finanziaria, promuovendo lo sviluppo di nuove tecnologie e di nuovi modelli di business che consentano di offrire servizi finanziari più personalizzati e accessibili. Il crowdfunding, il lending peer-to-peer e le piattaforme di investimento online, come abbiamo visto, rappresentano alternative valide al sistema bancario tradizionale, ma è importante che queste nuove forme di finanziamento siano integrate con il sistema bancario locale, creando sinergie e opportunità di crescita per tutti.
Infine, è fondamentale promuovere un’educazione finanziaria* che consenta ai cittadini di comprendere i rischi e le opportunità del mondo finanziario e di prendere decisioni consapevoli. Una maggiore consapevolezza finanziaria può contribuire a rafforzare la fiducia nel sistema bancario locale e a promuovere un utilizzo più responsabile dei servizi finanziari.
Ora, per addentrarci un po’ più nel cuore delle nuove strategie bancarie, pensiamo ai pagamenti digitali. A livello base, potremmo definirli come semplici transazioni che avvengono senza l’utilizzo di contante fisico, ma tramite strumenti elettronici come carte di credito, app o bonifici online. A un livello più avanzato, però, i pagamenti digitali rappresentano un vero e proprio ecosistema in continua evoluzione, con nuove tecnologie come la blockchain e le criptovalute che stanno aprendo scenari inediti.
Questa evoluzione ci porta a riflettere su quanto sia importante, per le banche locali, non solo adattarsi a questi cambiamenti, ma anche essere protagoniste, offrendo ai propri clienti servizi digitali innovativi e sicuri. Allo stesso tempo, è fondamentale che le istituzioni finanziarie si impegnino a garantire l’inclusione finanziaria di tutti, anche di coloro che hanno meno familiarità con le nuove tecnologie, magari attraverso programmi di formazione e assistenza personalizzata. Insomma, il futuro del sistema bancario locale passa anche dalla capacità di coniugare tradizione e innovazione, valorizzando il rapporto umano con il cliente e offrendo al contempo servizi digitali all’avanguardia.
- Approfondimento sul rapporto Censis e analisi dello spread territoriale creditizio.
- Elenco degli incentivi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
- UniCredit sostiene famiglie, PMI e comunità locali in tutta Europa.
- Il 59° Rapporto Censis offre un'analisi approfondita dei processi socio-economici italiani.








