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- Nel periodo 2018-2023, gli sportelli sono diminuiti del 20,7%, con 5.248 unità in meno.
- I comuni senza filiali sono aumentati di 13,4%, pari a 717 municipalità.
- L'uso dell'internet banking è salito dal 33,8% al 51,5% tra il 2018 e il 2023.
Trasformazioni, costi sociali e alternative
Il “Risiko Bancario” italiano: trasformazioni, costi sociali e alternative
Il panorama bancario italiano in trasformazione
Il settore bancario italiano sta vivendo una fase di profonda metamorfosi, caratterizzata da una marcata riduzione del personale e dalla contestuale chiusura di numerose filiali. Questo fenomeno, spesso definito come un vero e proprio “risiko bancario“, è il risultato di una convergenza di fattori, tra cui l’inarrestabile avanzata della digitalizzazione, una serie di fusioni e acquisizioni strategiche e le continue pressioni esercitate dalla banca centrale europea (bce) per incentivare la creazione di istituti di credito di dimensioni maggiori e più competitivi a livello continentale. Dietro a queste dinamiche, si cela una complessa rete di interessi economici e sociali che si intersecano e si scontrano, generando conseguenze dirette sulla vita dei lavoratori del settore e dei cittadini che usufruiscono dei servizi bancari.
Un recente rapporto elaborato dalla Fisac Cgil ha messo in luce un declino preoccupante del numero complessivo di sportelli bancari presenti sul territorio nazionale e, parallelamente, una diminuzione significativa del numero di dipendenti impiegati nel settore. In contemporanea, <a class="crl" target="_blank" rel="nofollow" href="https://www.uilca.it/risiko-bancario-cresce-rischio-desertificazione-bancaria-i-dati-del-secondo-rapporto-uilca/”>un’indagine condotta da Uilca nel corso del 2024 ha rivelato che ben nove persone su dieci si sono dichiarate insoddisfatte a causa della chiusura delle filiali nel proprio comune di residenza, mentre sette intervistati su dieci hanno ammesso di percepire in maniera tangibile la mancanza di uno sportello bancario fisico nelle vicinanze. Secondo quanto evidenziato dai sindacati, questa tendenza in atto sta producendo un impatto negativo di vasta portata sui lavoratori del settore, sulle comunità locali e, più in generale, sull’accessibilità ai servizi bancari, in particolare nelle aree più periferiche del paese, dove il fenomeno della cosiddetta desertificazione bancaria si manifesta in maniera più accentuata.
Le strategie bancarie, spinte dall’evoluzione dei pagamenti digitali e dai movimenti di personale c-level, si trovano a un punto di svolta cruciale. La digitalizzazione offre nuove opportunità, ma l’impatto sociale delle chiusure e dei tagli richiede attenzione e soluzioni innovative. Il “risiko bancario” non è solo una questione di numeri, ma una trasformazione che tocca la vita quotidiana di molti italiani.
La concorrenza tra gli istituti si acuisce, le fusioni e le acquisizioni sono all’ordine del giorno e la digitalizzazione accelera. Tuttavia, è essenziale non perdere di vista l’impatto sociale di queste trasformazioni. Le banche devono trovare un equilibrio tra efficienza e responsabilità, garantendo che nessuno venga lasciato indietro in questo processo di cambiamento. La politica e le istituzioni devono fare la loro parte per sostenere i lavoratori e le comunità colpite, promuovendo la riqualificazione professionale e lo sviluppo di servizi inclusivi.
Le nuove nomine ai vertici delle banche, i flussi di manager da un istituto all’altro, sono segnali di un settore in movimento. Ma questi cambiamenti di staff devono essere accompagnati da una visione strategica che tenga conto delle esigenze di tutti gli stakeholder, dai dipendenti ai clienti, dalle imprese ai territori. Il “risiko bancario” non deve essere una partita giocata sulla pelle delle persone, ma un’opportunità per costruire un sistema bancario più moderno, efficiente e socialmente responsabile.
- 🏦 È positivo vedere come la digitalizzazione possa......
- 🤔 La chiusura delle filiali bancarie è un problema......
- 🤯 Ma ci siamo chiesti se questa 'desertificazione' bancaria......
Analisi dei numeri del cambiamento
I dati relativi alla contrazione del personale impiegato nel settore bancario e alla progressiva chiusura delle filiali sono estremamente eloquenti e forniscono un quadro preciso della portata della trasformazione in atto. Prendiamo, ad esempio, il caso di Intesa Sanpaolo, uno dei principali gruppi bancari italiani, che ha annunciato un piano di riorganizzazione che prevede una serie di chiusure e accorpamenti di filiali in diverse regioni, in particolare in Piemonte, dove sono previste la chiusura di 19 filiali e l’accorpamento o la trasformazione di altre 23 entro la fine del 2025. Nel dettaglio, a Torino, una delle città più importanti del Piemonte, la filiale situata in via Asinari di Bernezzo sarà accorpata a quella di corso Svizzera, mentre lo sportello Exclusive, dedicato alla clientela di fascia alta, sarà definitivamente chiuso. Analogamente, Deutsche Bank, uno dei maggiori istituti di credito tedeschi, sta attuando un piano di ristrutturazione che prevede la chiusura di oltre 300 filiali in Germania e il licenziamento di 111 banchieri con posizioni senior. Anche Banco BPM, un altro importante gruppo bancario italiano, ha già chiuso diverse filiali nel corso degli anni precedenti, contribuendo al trend generale di riduzione della presenza fisica degli istituti di credito sul territorio.
Secondo quanto rilevato da studi recenti, nel periodo compreso tra il 2018 e il 2023, il numero complessivo di sportelli bancari presenti in Italia è diminuito del 20,7%, con una perdita di ben 5.248 unità. Parallelamente, il numero di comuni italiani serviti da almeno una filiale bancaria è sceso del 13,4%, con una riduzione di 717 municipalità. Questi dati evidenziano come la desertificazione bancaria stia colpendo in maniera significativa soprattutto le aree rurali e montane del paese, dove la presenza di una filiale bancaria può rappresentare un presidio fondamentale per l’economia locale e per la coesione sociale. La chiusura di uno sportello bancario in un piccolo comune può avere conseguenze negative a cascata, come la difficoltà per le imprese locali di accedere al credito, la riduzione dei servizi disponibili per i cittadini anziani e disabili e, in generale, un impoverimento del tessuto sociale ed economico.
Le cifre non raccontano solo un freddo dato statistico, ma celano storie di persone che perdono il lavoro, di comunità che vedono svanire un punto di riferimento importante e di cittadini che si trovano ad affrontare crescenti difficoltà nell’accesso ai servizi bancari essenziali, soprattutto coloro che non hanno familiarità con le nuove tecnologie digitali. La desertificazione bancaria, infatti, colpisce in maniera particolarmente dura le fasce più vulnerabili della popolazione, come gli anziani, i disabili e le persone con basso livello di istruzione, che spesso si trovano spiazzati di fronte alla necessità di utilizzare i servizi online e non possono contare su un adeguato supporto da parte degli istituti di credito.
Le strategie bancarie devono considerare che la chiusura di una filiale non è solo una questione di riduzione dei costi, ma una decisione che ha un impatto profondo sulla vita delle persone e sulla vitalità delle comunità locali. È necessario trovare un equilibrio tra l’esigenza di modernizzare e digitalizzare il sistema bancario e la responsabilità sociale di garantire a tutti l’accesso ai servizi finanziari essenziali.
Le cause profonde della trasformazione
La digitalizzazione rappresenta senza dubbio uno dei principali motori di questa profonda trasformazione che sta interessando il settore bancario italiano. La crescente diffusione dei servizi bancari online e mobile, infatti, ha progressivamente ridotto la necessità di mantenere una presenza fisica capillare sul territorio, spingendo gli istituti di credito a razionalizzare le proprie reti di filiali e a concentrare le risorse sugli investimenti tecnologici. L’aumento esponenziale dell’utilizzo dei servizi di internet banking, in particolare, ha determinato un cambiamento radicale nelle abitudini dei consumatori, che sempre più spesso preferiscono gestire le proprie operazioni finanziarie comodamente da casa o tramite i propri dispositivi mobili, senza doversi recare fisicamente in banca.
Secondo dati recenti, in Italia, nel periodo compreso tra il 2018 e il 2023, la percentuale di persone che utilizzano abitualmente i servizi di internet banking è aumentata in maniera significativa, passando dal 33,8% al 51,5%. Questo trend in crescita testimonia come la digitalizzazione stia progressivamente cambiando il modo in cui gli italiani si rapportano al mondo bancario, con una sempre maggiore propensione all’utilizzo dei canali online e una conseguente riduzione della necessità di recarsi fisicamente in filiale. Le banche, di fronte a questo cambiamento epocale, si trovano quindi a dover ripensare le proprie strategie e a riorganizzare le proprie reti di distribuzione, puntando sempre più sull’innovazione tecnologica e sulla digitalizzazione dei servizi.
Le fusioni e le acquisizioni, d’altra parte, rappresentano un’altra importante causa di questa trasformazione del settore bancario. La creazione di istituti di credito di dimensioni maggiori e più solide, infatti, è considerata una strategia fondamentale per aumentare la competitività a livello europeo e per far fronte alle crescenti pressioni regolamentari. La bce, in particolare, ha più volte sollecitato la creazione di banche di dimensioni continentali, in grado di competere con i grandi gruppi finanziari internazionali e di sostenere la crescita economica dell’Unione europea. Le fusioni e le acquisizioni, inoltre, consentono agli istituti di credito di realizzare importanti economie di scala, di ridurre i costi operativi e di ottimizzare l’utilizzo delle risorse, aumentando così la propria redditività e la propria capacità di investimento nell’innovazione tecnologica.
Le strategie bancarie, guidate dalla digitalizzazione e dai movimenti di staff, si evolvono rapidamente. Tuttavia, è fondamentale considerare i costi sociali di queste trasformazioni. I tagli al personale e la chiusura delle filiali possono avere un impatto negativo sulle comunità locali e sui lavoratori del settore. Le banche devono trovare un equilibrio tra efficienza e responsabilità, garantendo che nessuno venga lasciato indietro in questo processo di cambiamento. La digitalizzazione offre nuove opportunità, ma l’accesso ai servizi finanziari deve essere garantito a tutti, anche a coloro che non hanno familiarità con le nuove tecnologie.
Dietro ogni numero, dietro ogni chiusura, dietro ogni fusione, ci sono storie di persone, di famiglie, di comunità. È fondamentale che le banche, i sindacati e le istituzioni lavorino insieme per trovare soluzioni che tutelino i lavoratori, le comunità locali e l’accesso ai servizi bancari per tutti. Il “risiko bancario” non deve essere una partita giocata sulla pelle delle persone, ma un’opportunità per costruire un sistema bancario più moderno, efficiente e socialmente responsabile.

Alternative per mitigare l’impatto sociale
Di fronte a questa complessa situazione, diventa imperativo individuare e implementare una serie di alternative concrete per mitigare l’impatto sociale negativo derivante dal “risiko bancario“. Una delle soluzioni più promettenti è rappresentata dalla riqualificazione professionale del personale bancario, offrendo ai lavoratori la possibilità di acquisire nuove competenze digitali e di riorientare la propria carriera all’interno del settore o in altri ambiti lavorativi. La riqualificazione, infatti, può consentire ai lavoratori di affrontare con maggiore sicurezza e competenza le sfide del mercato del lavoro, aumentando le proprie chance di trovare una nuova occupazione e di mantenere il proprio livello di reddito.
Un’altra alternativa fondamentale è rappresentata dallo sviluppo di servizi bancari digitali inclusivi, che siano accessibili a tutti, anche a coloro che non hanno familiarità con le nuove tecnologie. È necessario, quindi, progettare interfacce utente semplici e intuitive, offrire un supporto personalizzato ai clienti che ne hanno bisogno e garantire la sicurezza e la protezione dei dati personali. I servizi bancari digitali inclusivi, inoltre, devono essere pensati per rispondere alle esigenze specifiche delle diverse categorie di utenti, tenendo conto delle loro competenze digitali, delle loro abitudini e delle loro preferenze.
Le strategie bancarie devono includere investimenti nella formazione e nell’assistenza alla clientela, per garantire che tutti possano usufruire dei servizi digitali in maniera autonoma e consapevole. La digitalizzazione, infatti, non deve essere un fattore di esclusione sociale, ma un’opportunità per migliorare l’accesso ai servizi finanziari e per semplificare la vita delle persone.
Un’ulteriore alternativa da considerare è rappresentata dal sostegno alle aree più colpite dalla chiusura delle filiali bancarie, incentivando la creazione di nuove attività economiche e promuovendo il turismo e la valorizzazione del territorio. È necessario, quindi, mettere in campo politiche mirate a sostenere le piccole e medie imprese locali, a incentivare l’imprenditorialità giovanile e a promuovere lo sviluppo di nuove forme di turismo sostenibile e responsabile. Il sostegno alle aree più colpite dalla desertificazione bancaria, inoltre, deve passare anche attraverso il potenziamento dei servizi pubblici, come la sanità, l’istruzione e i trasporti, per garantire a tutti i cittadini la possibilità di vivere e lavorare in maniera dignitosa e sostenibile.
Le strategie bancarie, spinte dalla digitalizzazione e dalle fusioni, devono tener conto dell’importanza di preservare la coesione sociale e di garantire pari opportunità a tutti i cittadini. La chiusura di una filiale non deve essere un evento traumatico per una comunità, ma un’opportunità per ripensare il modello di sviluppo e per costruire un futuro più sostenibile e inclusivo.
Il Credito Cooperativo, con uno sportello su cinque appartenente alle bcc e presente in 740 comuni come unico presidio bancario, rappresenta un modello alternativo che valorizza il legame con il territorio e che mette al centro le esigenze delle comunità locali. Le bcc, infatti, sono banche a mutualità prevalente, che reinvestono gli utili nel territorio in cui operano e che si impegnano a sostenere lo sviluppo economico e sociale delle comunità locali. Il modello del Credito Cooperativo, quindi, può rappresentare un’importante fonte di ispirazione per ripensare il ruolo delle banche nel sistema economico e sociale del paese.
Verso un nuovo modello bancario: tra innovazione e responsabilità
Il futuro del settore bancario italiano si preannuncia ricco di sfide e di opportunità. La digitalizzazione e le fusioni continueranno a guidare la trasformazione del settore, ma è fondamentale che le banche, i sindacati e le istituzioni lavorino insieme per trovare soluzioni che tutelino i lavoratori, le comunità locali e l’accesso ai servizi bancari per tutti. La sfida è quella di coniugare l’innovazione tecnologica con la responsabilità sociale, garantendo un futuro sostenibile per il settore bancario e per il paese nel suo complesso.
Le strategie bancarie devono evolversi per rispondere alle nuove esigenze dei clienti, offrendo servizi digitali sempre più personalizzati e accessibili, ma senza dimenticare l’importanza del rapporto umano e della presenza fisica sul territorio. Le banche devono investire nella formazione del personale, per garantire che i lavoratori siano in grado di affrontare le sfide del futuro e di offrire un servizio di qualità ai clienti. Le banche, inoltre, devono impegnarsi a sostenere le comunità locali, promuovendo lo sviluppo economico e sociale del territorio e offrendo un sostegno concreto alle famiglie e alle imprese.
Le strategie bancarie, spinte dalla digitalizzazione e dai movimenti di staff c-level, devono essere guidate da una visione di lungo termine, che tenga conto delle esigenze di tutti gli stakeholder e che promuova un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo. Il “risiko bancario” non deve essere una partita giocata sulla pelle delle persone, ma un’opportunità per costruire un sistema bancario più moderno, efficiente e socialmente responsabile.
Ora, per comprendere meglio l’evoluzione del settore bancario, ti spiego un concetto base e uno avanzato. A livello basico, è cruciale capire che le nuove strategie bancarie si concentrano sull’omnicanalità: offrire al cliente la stessa esperienza, indipendentemente dal canale utilizzato (fisico, digitale, mobile). Questo implica integrare i servizi online con quelli tradizionali, creando un ecosistema fluido e accessibile. Un concetto più avanzato riguarda l’uso dell’intelligenza artificiale (ia) per personalizzare i servizi e anticipare le esigenze dei clienti. L’ia può analizzare grandi quantità di dati per offrire consigli finanziari su misura, rilevare frodi e migliorare l’efficienza operativa delle banche. Tutto questo, però, deve avvenire nel rispetto della privacy e della sicurezza dei dati dei clienti.
In conclusione, caro lettore, ti invito a riflettere su come queste trasformazioni nel settore bancario influenzano la tua vita quotidiana. Hai notato una maggiore difficoltà nell’accedere ai servizi bancari? Come pensi che la digitalizzazione possa migliorare o peggiorare la tua esperienza come cliente? Considera che il futuro del settore bancario è anche nelle tue mani, attraverso le tue scelte e le tue aspettative. Spero che questo articolo ti abbia fornito una visione più chiara e consapevole delle sfide e delle opportunità che ci attendono.
- Report Fisac Cgil sullo stato del settore bancario italiano e rischi connessi.
- Il rapporto Uilca analizza l'insoddisfazione per la chiusura delle filiali bancarie.
- Rapporto BCE 2024: trasformazione digitale e gestione dei rischi nel settore bancario.
- Rapporto UILCA sul rischio desertificazione bancaria e insoddisfazione dei cittadini.