E-Mail: [email protected]
- Il 21 agosto 2025, assemblea Mediobanca ha bloccato offerta su Banca Generali.
- Solo il 35% a favore dell'acquisizione, 32% astenuti.
- L'operazione da 6,3 miliardi di euro è stata fortemente ostacolata.
- Adesione del 19% all'Ops di MPS su Mediobanca.
Il 21 agosto 2025 si è tenuta l’assemblea degli azionisti di Mediobanca dove è emersa una netta opposizione all’affare con Banca Generali riguardante lo scambio azionario. Con una votazione che ha mostrato il _35%_ dei consensi a favore e il _10%_ contrari – insieme a ben _32%_ di astensioni – i piani dell’amministratore delegato Alberto Nagel sono stati fortemente messi in crisi. Egli aveva individuato nell’acquisizione una mossa fondamentale per tutelare Mediobanca contro potenziali incursioni esterne e rafforzare il suo standing nel campo della gestione patrimoniale. L’operazione in oggetto era stimata attorno ai 6,3 miliardi di euro, prevedendo la dismissione della tradizionale quota del 13,2% detenuta in Generali al fine di acquisire il controllo su Banca Generali.

Le Dinamiche del Voto e gli Interessi in Gioco
Il voto contrario, o meglio l’astensione strategica di una parte rilevante del capitale, ha svelato le tensioni latenti nel sistema finanziario italiano. In particolare, il peso delle astensioni, tra cui spiccano il 20% di Delfin (holding della famiglia Del Vecchio), il 5% delle Casse previdenziali italiane, il 3% di investitori istituzionali, oltre a Unicredit e Edizione Holding, è stato determinante. *Nagel ha espresso il suo rammarico con vigore, lamentando la perdita di una prospettiva vantaggiosa e sottolineando l’evidente situazione di conflitto di interessi da parte di alcuni azionisti, che a suo dire hanno dato precedenza ad altri asset o situazioni nazionali rispetto agli interessi dell’istituto bancario. Le accuse sono state rivolte principalmente a Delfin e al gruppo Caltagirone, entrambi azionisti di peso non solo di Mediobanca, ma anche di Generali e MPS, rivelando un intricato intreccio di interessi incrociati.
- 🚀 Ottima mossa di Mediobanca, finalmente una banca italiana che... ...
- 🤔 Troppe astensioni, un segnale che l'operazione non era così... ...
- 🤯 E se tutto questo fosse una manovra per... ...
Il Ruolo di Delfin e Caltagirone e le Implicazioni per Generali
La manovra strategica condotta da Delfin e Caltagirone rivela due approcci distinti nella forma—l’uno optando per l’astensione mentre l’altro vota contro—ma porta verso una stessa finalità: ostacolare l’acquisizione relativa a Banca Generali. Questi due conglomerati detengono quote significative all’interno di Generali (con percentuali del 10% per Delfin e del 7% per Caltagirone) e identificano nella compagnia assicurativa il vero oggetto del contendere. Una cessione della quota detenuta da Mediobanca in seno a Generali rischierebbe seriamente di indebolire le loro posizioni nel contesto competitivo diretto al predominio sul Leone triestino stesso. Da parte sua, il governo italiano—che funge da azionista principale nel contesto MPS—osserva attentamente le evoluzioni delle trattative in atto, sperando in uno sviluppo capace non solo di rafforzare la storica banca senese attraverso tale acquisizione ma anche d’instaurare un polo bancario idoneo alla competizione su scala europea mentre si garantisce una sovranità interna riguardo ai controlli sugli aspetti afferenti sia Mediobanca che MPS.
Reazioni del Mercato e Scenari Futuri
La bocciatura dell’offerta su Banca Generali ha avuto immediate ripercussioni sui mercati finanziari. Inizialmente, Banca Generali ha subito un calo, mentre Mediobanca ha mostrato un andamento altalenante. MPS ha mostrato debolezza, mentre Generali ha tenuto. L’offerta pubblica di scambio (OPS) di MPS su Mediobanca ha registrato un’adesione superiore al 19%, tuttavia, Mediobanca viene scambiata a un prezzo superiore al valore implicito dell’offerta, suggerendo che un’eventuale acquisizione potrebbe richiedere una revisione al rialzo dei termini. Il rifiuto espresso dall’assemblea complica notevolmente il panorama delle fusioni e acquisizioni nel settore bancario italiano, delineando diversi esiti possibili: un’aggregazione che rafforzi la posizione di Siena, una nuova manovra difensiva da parte di Mediobanca, oppure un accordo tra i blocchi azionari.
Riflessioni sul Futuro del Sistema Bancario Italiano
L’esito dell’assemblea di Mediobanca evidenzia la complessità del sistema finanziario italiano, caratterizzato da intrecci azionari, interessi divergenti e un ruolo attivo del governo. La vicenda solleva interrogativi sul futuro del settore bancario, sulla necessità di creare poli più forti e competitivi, e sulla capacità di preservare l’indipendenza di istituzioni strategiche come Generali e Mediobanca.
Amici lettori, la vicenda che abbiamo analizzato ci offre uno spaccato interessante sulle dinamiche del potere finanziario in Italia. La nozione base che possiamo trarre è che le decisioni strategiche delle grandi banche non sono mai puramente economiche, ma sono sempre influenzate da una complessa rete di relazioni politiche e personali.*
Una nozione più avanzata è che il “risiko bancario” italiano è un gioco a somma zero, dove la vittoria di un attore implica necessariamente la sconfitta di un altro. _Questo crea un clima di incertezza e instabilità che può danneggiare l’intero sistema finanziario. Esorto a considerare l’effetto che tali eventi esercitano sulle vostre routine quotidiane. Le scelte effettuate dai dirigenti bancari si ripercuotono immediatamente sui tassi d’interesse, sull’accesso al credito e sull’equilibrio dell’economia nazionale. Essere consci di tali meccanismi è fondamentale per realizzare scelte finanziarie oculate e avvedute._