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- L'IA anticipa le decisioni sui tassi d'interesse di 7 mesi (UBS).
- BCE usa l'IA per previsioni inflazionistiche e supervisione dei pagamenti.
- I migliori fondi specializzati in IA hanno superato il 60% di performance.
Il mattino del 3 giugno 2025 segna un cambiamento significativo nel contesto finanziario globale, con l’Intelligenza Artificiale (IA) che emerge come figura centrale. La sua influenza si fa sentire non solo sulle *banche centrali, ma anche sui mercati azionari e sulle varie strategie economiche internazionali, delineando una nuova era caratterizzata da innovazioni tecnologiche senza precedenti.
L’IA come oracolo delle banche centrali
Uno studio di UBS ha svelato come l’IA possa anticipare le mosse delle banche centrali, in particolare della Federal Reserve (Fed) e della Banca Centrale Europea (BCE). L’indice sviluppato da UBS, basato sull’analisi delle comunicazioni pubbliche delle banche centrali, ha dimostrato di prevedere le decisioni sui tassi d’interesse con un anticipo di circa 7 mesi nel periodo post-Covid.
L’IA non si limita a contare le parole chiave, ma interpreta il tono e il contesto delle dichiarazioni ufficiali. Ad ogni frase viene assegnato un punteggio su una scala che va da “dovish” (accomodante) a “hawkish” (restrittivo). L’algoritmo è in grado di cogliere sfumature interpretative impossibili per i modelli tradizionali.

La BCE, analogamente alla Fed, ha visto il proprio sentiment anticipare i movimenti del tasso sui depositi di 7 mesi dopo il Covid. Nonostante ciò, ci sono delle eccezioni significative: si pensi al 2016, anno in cui una innegabile escalation del tono restrittivo si è rivelata infruttuosa.
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L’IA e la politica monetaria: una prospettiva BCE
Piero Cipollone, attualmente parte integrante del Comitato esecutivo della BCE, ha espresso considerazioni rilevanti circa le modalità con cui l’intelligenza artificiale potrebbe impattare le scelte legate alla politica monetaria attraverso molteplici vie. Per iniziare a delinearne gli effetti: in primis ci si aspetta un incremento nella produttività; tuttavia, questo vantaggio tende a focalizzarsi su una ristretta fascia di aziende – un fenomeno che richiama situazioni precedenti nel settore IT. Al contempo, sussiste un interrogativo riguardo all’occupazione: si tratta infatti di capire se l’IA porterà alla sostituzione completa dei posti di lavoro oppure ne genererà nuovi profili professionali in base alle dinamiche tra capitale umano e tecnologia automatizzata. Infine, emerge il tema cruciale della stabilità finanziaria; benché vi sia il potenziale aumento dell’efficacia operativa degli istituti bancari grazie all’adozione dell’IA, quest’ultima comporta altresì una possibile amplificazione dei rischi preesistenti.
Nell’ambito delle proprie attività quotidiane, la BCE sta integrando soluzioni basate sull’intelligenza artificiale per affinare tanto i propri processi statistici quanto le previsioni inflazionistiche (nowcasting) oltre ad affrontare questioni associate ai rischi economici globalizzati; occorre sottolineare come questa tecnologia svolga anche un ruolo chiave nella facilitazione della comunicazione verso il pubblico oltre che nel rafforzamento della supervisione sui circuiti dei pagamenti.
In conclusione delle sue riflessioni, Cipollone ha attirato attenzione sugli ambiti critici legati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale affermando con forza che è imperativo tutelarne i dati personali, contrastando al contempo il fenomeno disinformativo e scongiurando possibili crisi da dipendenza tecnologica.
L’impatto dell’IA sull’economia e sul sistema finanziario
La Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) ha sollecitato le banche centrali a riflettere sull’influenza crescente dell’intelligenza artificiale (IA), prevedendo il suo impatto significativo sia sull’economia sia sul sistema finanziario complessivo. L’espansione generalizzata dell’IA potrebbe infatti alterare le relazioni inerenti all’inflazione stessa, potenziando la prontezza delle aziende nell’adattamento dei loro prezzi.
Nell’ambito finanziario specifico, si riconoscono opportunità offerte dall’IA per accrescere l’efficienza operativa, nonché per contenere i costi associati ai processi di pagamento, concessione di prestiti e gestione delle assicurazioni patrimoniali. Tuttavia, è fondamentale che la BRI metta in guardia riguardo ai potenziali pericoli introdotti dall’uso dell’IA; tra questi vi sono nuove categorie di minacce cibernetiche e un incremento nella diffusione del comportamento imitativo nel mercato.
Wall Street e il boom dell’IA
Wall Street è stata trainata dal boom dell’IA, con i migliori fondi specializzati sui titoli della tecnologia che hanno superato il 60% di performance. L’indice S&P 500 ha segnato ben 57 nuovi massimi storici nel 2024.
Negli USA spicca l’innovazione, in Europa prevale l’approccio normativo, mentre la Cina sfida gli Stati Uniti per conquistare la leadership nel settore tecnologico. Il fattore determinante del buon andamento risiede nella maggiore produttività.
Mentre le “Magnifiche 7” di Wall Street rappresentano una generazione di aziende più recenti, il panorama europeo non annovera alcuna impresa sorta negli ultimi 50 anni che abbia raggiunto una capitalizzazione di mercato superiore ai 100 miliardi di euro. Le prospettive del 2025 restano favorevoli alle azioni americane, ma un ruolo rilevante lo avranno le banche centrali.
IA: Un Nuovo Paradigma per le Banche Centrali?
L’inserimento dell’Intelligenza Artificiale all’interno delle strategie adottate dalle banche centrali segna una svolta significativa. Grazie alla sua abilità di gestire informazioni complesse ed effettuare previsioni sulle dinamiche economiche con elevata accuratezza, si aprono nuovi orizzonti per l’amministrazione della politica monetaria così come per il mantenimento della stabilità finanziaria. Nonostante ciò, si rende necessario esaminare attentamente i rischi collegati all’impiego dell’IA*, quali un’eccessiva dipendenza dagli algoritmi stessi o il rischio di esacerbare pregiudizi già presenti.
È importante riconoscere innanzitutto che l’IA non agisce da divinazione divina; piuttosto essa deve essere considerata un potente strumento soggetto al dovere di supervisione umana meticolosa insieme a una solida comprensione dei propri confini operativi.
Inoltre, vi è spazio per sfruttare ulteriormente le potenzialità dell’IA nella personalizzazione dei messaggi emessi dalle banche centrali, facilitando così l’accesso alle informazioni e accrescendo la loro chiarezza per gli utenti finali. Ciò potrebbe rivelarsi cruciale nel processo di costruzione della fiducia verso il sistema finanziario e nel perfezionamento dell’efficacia intrinseca delle politiche monetarie adottate. Impegniamoci in una riflessione profonda: quali strategie possiamo adottare per assicurare un uso dell’IA che sia non solo responsabile, ma anche caratterizzato da una trasparenza adeguata all’interno del comparto finanziario, al fine di favorire il benessere collettivo di ogni cittadino?