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- SWIFT gestisce scambi per oltre 5.000 miliardi di dollari al giorno.
- CIPS ha gestito transazioni per 2.600 miliardi di dollari nel 2023.
- Il sistema russo SPFS copre circa il 20% delle transazioni interne.
Una Sfida all’Egemonia Finanziaria Occidentale
Nel panorama globale contemporaneo, i sistemi di pagamento internazionali emergono come un campo di battaglia strategico, trasformandosi da meri strumenti tecnici a leve geopolitiche. Al centro di questa metamorfosi si trova il sistema SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication), un pilastro della finanza globale fondato nel 1973. Con sede in Belgio, SWIFT non trasferisce direttamente denaro, ma facilita la comunicazione tra oltre 11.000 istituzioni finanziarie in più di 200 nazioni, gestendo quotidianamente scambi che superano i 5.000 miliardi di dollari.
Il controllo occidentale su SWIFT, in particolare quello statunitense, è stato progressivamente politicizzato, soprattutto dopo l’11 settembre e con l’intensificarsi delle politiche sanzionatorie. L’esclusione dell’Iran e, più recentemente, della Russia nel 2022, ha innescato una corsa alla creazione di alternative sovrane.

Alternative a SWIFT: Cina, Russia e l’Ascesa dei BRICS+
In risposta all’egemonia di SWIFT, diverse alternative stanno emergendo, promosse da attori come Cina, Russia e il blocco BRICS+. Queste iniziative mirano a costruire un’architettura finanziaria autonoma e meno vulnerabile alle pressioni occidentali.
CIPS (Cross-Border Interbank Payment System): Avviato dalla Cina nel 2015, il CIPS consente la compensazione e il regolamento di pagamenti internazionali nella valuta cinese. Nel 2023, ha gestito transazioni per oltre 19.000 miliardi di yuan (circa 2.600 miliardi di dollari), coinvolgendo più di 1.300 istituzioni in 110 paesi. Sebbene ancora collegato a SWIFT, CIPS si proietta verso un’infrastruttura indipendente, specialmente per le transazioni commerciali con paesi africani, asiatici e del Sud globale.
SPFS (Sistema peredaci finansovych soobsšcenij): Il sistema russo di messaggistica finanziaria, sviluppato dopo le prime sanzioni del 2014, è utilizzato da oltre 500 banche e copre circa il 20% delle transazioni interbancarie interne russe. È in fase di integrazione con circuiti asiatici, in particolare quello iraniano, ma soffre di limitazioni geografiche e di fiducia.
* BRICS Pay: Ancora nelle fasi preliminari, BRICS Pay si propone di stabilire una piattaforma unificata per i pagamenti digitali tra le nazioni BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) e i nuovi ingressi nel formato BRICS+, come Iran, Egitto ed Etiopia. L’obiettivo è favorire l’utilizzo delle monete nazionali e ridurre la dipendenza dal dollaro negli scambi interni al blocco, specialmente nei settori dell’energia e delle infrastrutture.
L’aspirazione di questi progetti è lampante: creare un sistema finanziario su più poli, dove le interdipendenze siano equilibrate e l’influenza coercitiva del dollaro sia contenuta.
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Le Sfide per l’Europa e l’Italia
Questa evoluzione comporta una serie di sfide strategiche per l’Europa e, in particolare, per l’Italia:
1. Erosione della preminenza occidentale: La crescita di reti alternative potrebbe diminuire l’efficacia delle sanzioni europee, uno degli strumenti geopolitici principali.
2. Rischi per le aziende esportatrici: La comparsa di infrastrutture parallele richiede l’adeguamento a protocolli diversi, spesso meno trasparenti e sicuri, incrementando i costi operativi e l’esposizione a rischi per la reputazione.
3. Dipendenza tecnologica: L’UE, pur ambendo a un’autonomia strategica, rimane fortemente legata a SWIFT e non ha ancora sviluppato un’alternativa compiutamente europea.
Per l’Italia, potenza commerciale ma vulnerabile sul fronte energetico e tecnologico, è fondamentale garantire l’accesso sicuro ai mercati emergenti e sostenere una riflessione strategica sull’autonomia finanziaria come componente essenziale della sicurezza nazionale.
Verso un Nuovo Assetto Finanziario Globale: Multipolarismo e Regionalizzazione
L’ambito dei pagamenti, un tempo appannaggio di banche centrali e specialisti informatici, è ora un terreno di confronto cruciale per la ridefinizione dell’ordine mondiale. Ignorare questa trasformazione sarebbe miope; comprenderla, una necessità. La crescente frammentazione dei flussi commerciali e finanziari, accentuata da tensioni geopolitiche e dalla pandemia, sta portando a una regionalizzazione dei sistemi di pagamento.
La Cina, con la sua Belt and Road Initiative, sta costruendo infrastrutture finanziarie alternative, come il CIPS e il circuito di carte di credito Union Pay, offrendo ai suoi partner commerciali strumenti per bypassare il dollaro. L’uso del renminbi nei pagamenti transfrontalieri è in forte crescita, sostenuto da accordi bilaterali e swap lines con le banche centrali di oltre 40 paesi.
Questo scenario suggerisce un’evoluzione verso un sistema monetario internazionale più specializzato e frammentato, dove il renminbi svolge un ruolo complementare al dollaro, soprattutto nel commercio e nelle relazioni industriali. L’egemonia cinese, se mai si concretizzerà, non sarà una copia di quella americana, ma un cambiamento delle regole del gioco.
Riflessioni sul Futuro dei Pagamenti e delle Strategie Bancarie
Amici lettori, in questo intricato scenario di nuove strategie bancarie e pagamenti digitali, è fondamentale comprendere una nozione base: la diversificazione è la chiave. Proprio come non mettereste tutte le vostre uova nello stesso paniere, le banche e le nazioni devono esplorare e adottare diverse soluzioni di pagamento per ridurre la dipendenza da un singolo sistema.
Ma non fermiamoci qui. Una nozione avanzata ci suggerisce che la vera sovranità finanziaria risiede nella capacità di innovare e adattarsi. Non si tratta solo di creare alternative a SWIFT, ma di sviluppare tecnologie e protocolli che garantiscano sicurezza, efficienza e trasparenza nei pagamenti transfrontalieri.
Vi invito a riflettere: in un mondo sempre più interconnesso, come possiamo garantire che i sistemi di pagamento siano strumenti di inclusione e prosperità, e non di divisione e controllo? La risposta a questa domanda potrebbe definire il futuro dell’economia globale.