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- Dal 1° gennaio 2026, report obbligatori per le società crypto.
- Oltre 40 giurisdizioni adotteranno il Cryptoasset Reporting Framework (CARF).
- Sanzioni fino a 300 sterline per infrazioni sulle segnalazioni crypto.
- Dal 6% al 14%, aumento uso del credito per crypto (2022-2024).
- La FCA blocca l'uso di prestiti per comprare criptovalute.
Un Nuovo Quadro Normativo
Il Regno Unito si appresta a introdurre una serie di misure significative nel settore delle criptovalute, segnando un punto di svolta nella regolamentazione degli asset digitali. A partire dal 1° gennaio 2026, le società crypto operanti nel Regno Unito saranno tenute a raccogliere e comunicare i dati di tutte le transazioni effettuate dai propri clienti all’His Majesty’s Revenue and Customs (HMRC), l’agenzia delle entrate britannica. Questa iniziativa, che si inserisce in un contesto globale di crescente attenzione verso la trasparenza fiscale nel settore crypto, mira a contrastare l’evasione fiscale e a proteggere i consumatori da frodi e abusi.
Le nuove normative imporranno alle società crypto di segnalare una vasta gamma di informazioni, tra cui il nome completo dell’utente, l’indirizzo di residenza, il codice fiscale, il tipo di criptovaluta utilizzata e l’importo trasferito. Tale obbligo include anche le operazioni svolte da società, trust e organizzazioni di beneficenza.
L’HMRC ha comunicato che fornirà ulteriori indicazioni alle imprese sulle modalità di conformità, suggerendo di iniziare a raccogliere i dati necessari fin da subito per assicurare il rispetto delle nuove regole. Questo provvedimento rappresenta un passo avanti significativo nell’attuazione nel Regno Unito del Cryptoasset Reporting Framework (CARF), promosso dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) con l’obiettivo di migliorare la trasparenza fiscale in questo ambito.
Dettagli e Implicazioni del Cryptoasset Reporting Framework (CARF)
Il Cryptoasset Reporting Framework (CARF) rappresenta uno standard internazionale volto a colmare le lacune normative nel settore delle criptovalute. Oltre 40 giurisdizioni, tra cui i paesi membri dell’Unione Europea, hanno assunto l’impegno di implementare il quadro secondo una tempistica coordinata. L’Unione Europea ha già incorporato il CARF nella sua direttiva riveduta sulla cooperazione amministrativa (DAC8), la cui entrata in vigore è prevista per il 2026.
Stando all’OCSE, il sistema CARF permetterà alle autorità fiscali di monitorare le transazioni crypto transfrontaliere in maniera standardizzata e automatizzata. Le imprese attive nel settore delle criptovalute rischiano sanzioni pari a 300 sterline per ogni infrazione. Ciò si applica sia alle società stabilite nel Regno Unito che a quelle che offrono servizi crypto all’interno del mercato britannico.
Si incoraggiano le aziende a predisporre per tempo i propri sistemi interni al fine di poter raccogliere le informazioni di identità degli utenti richieste e i riepiloghi delle operazioni. Anche se non saranno comminate sanzioni per la mancata segnalazione in assenza di utenti oggetto di comunicazione in un dato anno, i dati dovranno comunque essere raccolti e resi disponibili per eventuali verifiche.
Le disposizioni legali appena introdotte amplieranno gli obblighi di adempimento per i CASP, in modo particolare per le piattaforme decentralizzate e i fornitori di wallet non custoditi, i quali potrebbero trovare ostacoli nel processo di verifica dell’identità degli utenti.

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Divieto di Prestiti per Investimenti in Crypto e Ulteriori Restrizioni
Il regolatore finanziario del Regno Unito, la Financial Conduct Authority (FCA), si prepara a varare un insieme di misure stringenti con l’obiettivo di contenere l’accesso al credito per chi investe nel mercato delle criptovalute.
Una delle misure più importanti che si profilano all’orizzonte è il blocco dell’uso di capitali ottenuti tramite prestiti, incluse le carte di credito, per sostenere l’acquisto di valute virtuali.
Come specificato dal Financial Times il 2 maggio, la FCA mira a consolidare la salvaguardia dei consumatori in un ambito percepito come ad alto rischio e caratterizzato da poca chiarezza.
Tuttavia, l’autorità ha sottolineato l’importanza di implementare misure adatte per assicurare un grado adeguato di protezione agli utenti.
La FCA sta valutando la possibilità di proibire alle aziende di ricevere pagamenti tramite credito per l’acquisizione di cripto-attività da parte dei consumatori.
Il motivo principale dietro la potenziale proibizione è la sempre più diffusa abitudine degli investitori privati di ricorrere al credito per finanziare i propri investimenti in criptovalute.
Da uno studio condotto dalla FCA, benché il 72% degli utenti continui a impiegare entrate disponibili o contanti per comprare criptoasset, la quota di coloro che fanno uso del credito è sensibilmente cresciuta, passando dal 6% nel 2022 al 14% nel 2024.
Questa tendenza desta preoccupazione nel regolatore, che paventa un’impennata del debito insostenibile, soprattutto se il valore degli asset digitali dovesse crollare e gli investitori si trovassero impossibilitati a rimborsare i finanziamenti contratti.
Verso un Futuro Regolamentato: Sfide e Opportunità per il Settore Crypto nel Regno Unito
L’adozione del CARF da parte del Regno Unito fa parte di un più ampio sforzo internazionale per colmare le lacune normative nel settore delle criptovalute. Aderendo agli standard internazionali, il Regno Unito punta a consolidare la propria reputazione quale giurisdizione regolamentata ma attraente per le imprese attive nel settore delle criptovalute. Questa decisione giunge in un momento in cui le autorità di regolamentazione a livello globale intensificano il controllo sulle attività legate agli asset digitali a seguito di significativi fallimenti nel settore, come quelli di FTX e Celsius.
Con l’intensificarsi delle regole di conformità per gli asset digitali nel Regno Unito, alcuni CASP potrebbero considerare il trasferimento o l’abbandono del mercato a causa dei costi operativi e finanziari. D’altra parte, alcune realtà considerano questa trasformazione come un progresso verso la conferma della legittimità del ruolo delle criptovalute all’interno del sistema finanziario.
È probabile che le norme relative ai dati fiscali sulle criptovalute nell’ambito del CARF trasformeranno il panorama degli asset digitali nel Regno Unito, incrementando la trasparenza per gli organi di controllo e potenzialmente riducendo l’attrattività per gli utenti con finalità illecite. Resta da vedere se ciò favorirà o limiterà l’innovazione, ma per ora il messaggio è chiaro: la conformità non è più opzionale.
Capire le nuove strategie bancarie e i pagamenti digitali è fondamentale nell’era moderna. Una nozione base è che la regolamentazione, come quella implementata nel Regno Unito, mira a bilanciare l’innovazione con la protezione dei consumatori e la prevenzione dell’evasione fiscale. Una nozione più avanzata riguarda l’analisi dell’impatto di queste regolamentazioni sui modelli di business delle società crypto e sulla loro capacità di competere a livello globale. Riflettiamo su come queste misure possano influenzare l’adozione delle criptovalute e la fiducia degli investitori, e su come le aziende del settore possano adattarsi per prosperare in un ambiente regolamentato.