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- La BNS ha abbassato il tasso d'interesse di riferimento allo 0% nel giugno 2025.
- Da gennaio 2025, il franco si è rivalutato del 12% rispetto alle altre valute.
- L'inflazione prevista per il 2025 è dello 0%, per poi salire al 3%.
La decisione presa nel mese di giugno del 2025 è il risultato di una serie di dinamiche economiche che caratterizzano sia la sfera globale che quella nazionale. Questo periodo è segnato da una persistente bassa inflazione, dall’apprezzamento del franco svizzero, nonché dalla crescente presenza di incertezze nei commerci a livello internazionale.
Il contesto economico e la decisione della BNS
La decisione della Banca Nazionale Svizzera (BNS) di abbassare il tasso d’interesse di riferimento a uno strabiliante valore pari a 0%, sancita nel mese di giugno dell’anno 2025, segna una manovra cruciale che era già stata prevista con attenzione dai più rinomati economisti. Tale passo rappresenta non solo una novità dopo vari anni dall’ultimo abbassamento avvenuto alla fine del 2022 – periodo durante il quale i tassi risultavano negativi – ma anche la risposta strategica necessaria ad affrontare le sfide poste da uno scenario economico problematico caratterizzato da inflazione assai contenuta e incertezze sulle prospettive globali.
Nel maggio del medesimo anno si è registrato per la prima volta negli ultimi quattro anni un decremento dei prezzi al consumo svizzeri, coincidente con la recessione interna del comparto turistico ed energetico. Tali fluttuazioni hanno rivelato pressioni deflazionistiche sempre più marcate nella valuta locale. In aggiunta a ciò, le stime della BNS contemplano proiezioni inflattive modeste: ci si attende infatti una media dell’inflazione pari a 0% nell’anno corrente (il 2025), concludendosi infine allo 3%.

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L’impatto del franco forte sull’export svizzero
La Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha dovuto prendere delle decisioni strategiche a causa della costante ed elevata valorizzazione del franco elvetico. A partire da gennaio 2025, questa moneta si è rivalutata del 12%, scivolando dai precedenti tassi di cambio di 0,91 fino a giungere a 0,81. Questa trasformazione valutaria non solo provoca ripercussioni sull’export – uno dei fondamenti economici della Svizzera – ma viene accentuata dall’introduzione recente di nuovi oneri fiscali operati dagli Stati Uniti.
Intraprendendo il discorso su quello che ci aspetta nell’immediato futuro dell’economia nazionale: pur avendo registrato una performance positiva nel prodotto interno lordo durante il primo quadrimestre dell’anno corrente, grazie anche all’impennata nelle esportazioni destinate al mercato statunitense preannuncianti i nuovi tariffari, vi sono indicazioni su possibili decelerazioni nella crescita prevista negli esercizi successivi. Le stime future variano tra valori compresi fra l’1% e 1,5%. Ulteriormente aggiungono preoccupazione le tensioni mondiali relative ai commerci internazionali con focus particolare sui provvedimenti tariffari americani: questi elementi contribuiscono ad erodere la stabilità prospettica globale aggravando così i rischi per una nazione dalle propensioni fortemente orientate all’apertura commerciale quale è la Svizzera. L’elevata robustezza del franco, da sempre percepito come un bene sicuro, rischia di rendere ancor più difficile la posizione delle imprese elvetiche nel contesto commerciale internazionale. In questo scenario, l’adozione di un tasso d’interesse pari a zero rappresenta una strategia mirata ad affrontare le sfide poste dalla deflazione, oltre a ridurre il peso esercitato dal franco sulvalutato sulle esportazioni.
Le implicazioni per i portafogli e le strategie di investimento
La recente deliberazione della BNS si traduce in effetti notevoli sui portafogli misti espressamente denominati in franchi svizzeri. Poiché il tasso privo di rischio costituisce l’asse su cui gravitano le allocazioni finanziarie, vi è una correlazione diretta tra l’attesa dei ritorni e l’abbassamento dei tassi d’interesse: man mano che quest’ultimo si riduce, anche i profitti previsti dai portafogli subiscono un decremento.
In tale quadro economico, gli specialisti raccomandano una valutazione dell’opportunità di inserire temporaneamente nel proprio asset mix altre divise – quali ad esempio il dollaro australiano o la sterlina britannica, al fine di provvedere alla diversificazione.
Questa linea d’azione implica però una pianificazione particolarmente accurata nell’assemblaggio del comparto obbligazionario del portfolio. Si può inoltre optare per concentrarsi su settori alternativi che offrano rendimenti più elevati rispetto alle tradizionali obbligazioni investment grade; esempi includono le obbligazioni convertibili, così come quelle categorizzate come AT1. Infine, è sempre valida l’opzione di effettuare investimenti sia nei franchi svizzeri che negli asset aurei, entrambi reputati beni rifugio nei momenti di instabilità economica.
Stabilità Monetaria: Una Priorità in un Mondo Instabile
La scelta intrapresa dalla BNS di portare i tassi d’interesse a zero evidenzia in modo inequivocabile le sue intenzioni primarie: garantire la stabilità monetaria. In una fase globale segnata da incertezze economiche significative e problematiche commerciali, è evidente che la banca centrale svizzera desidera tutelare l’economia domestica dai rischiosi effetti delle pressioni deflazionistiche, oltre a mitigare le conseguenze indesiderate derivanti dall’apprezzamento del franco. Pur rimanendo aperti all’eventualità di futuri aggiustamenti se le circostanze economiche dovessero deteriorarsi ulteriormente, il punto cruciale dichiarato dalla BNS consiste nel non esplorare il dominio dei tassi negativi senza giusta ragione. La complessità della situazione richiede una sorveglianza accurata dell’andamento inflazionistico, oltre che delle possibili fluttuazioni valutarie.
Amici lettori, confido sia stato apprezzato questo approfondimento riguardante l’operato della Banca Nazionale Svizzera. È fondamentale ricordare che il ruolo delle banche centrali è quello di regolare i tassi d’interesse per incidere sull’inflazione e incentivare la crescita economica. Ridurre i tassi come fatto recentemente dalla BNS può risultare vantaggioso per stimolare l’economia rendendo più accessibile il credito. Un aspetto cruciale da tenere presente riguarda l’effetto considerevole delle scelte di politica monetaria adottate dalle banche centrali sui mercati valutari. Prendiamo in esame un caso specifico: un abbassamento dei tassi d’interesse potrebbe determinare l’indebolimento della valuta nazionale; ciò si traduce in esportazioni più vantaggiose ma anche in costi maggiori per quanto riguarda le importazioni.
Invito tutti a meditare su queste interconnessioni e sull’influenza che esercitano sulle vostre strategie finanziarie personali. È opportuno ponderare come le azioni intraprese dalle banche centrali possano ripercuotersi sul vostro portafoglio d’investimenti. Pertanto, comprendere e informarsi su tali processi diventa imprescindibile per muoversi con destrezza all’interno dell’intricato panorama economico-finanziario attuale.